Cartellone 2024 - 2025 / Piccoli ParentiStagione teatro bambini e ragazzi

Diario di un brutto anatroccolo • 15 - 16 Febbraio 2025

Cartellone 2024 - 2025 / Piccoli ParentiStagione teatro bambini e ragazzi

Diario di un brutto anatroccolo • 15 - 16 Febbraio 2025

Un grande classico per l’infanzia rivisitato dalla compagnia Factory per indagare i temi dell’integrazione e della diversità/identità, attraverso un linguaggio semplice ed evocativo tra teatro e danza.

È il racconto del diario di un piccolo cigno, creduto anatroccolo, che attraversa varie tappe della vita come quelle raccontate nella storia originale, e compie un vero viaggio di formazione alla ricerca di se stesso, del proprio posto nel mondo e alla scoperta della diversità come elemento qualificante e prezioso.

La nascita e il rifiuto da parte della famiglia, la scuola e il bullismo, il mondo del lavoro, l’amore che nasce improvvisamente e rapidamente può scomparire anche per cause esterne non riconducibili a noi, la caccia e poi la guerra come orrore inspiegabile agli occhi di chiunque.

Tutte le tappe di un mondo ostile, forse, ma che resterà tale solo sino a quando il nostro “anatroccolo” non sarà in grado di guardarsi negli occhi e accettarsi così come è, proprio come accade al protagonista della fiaba di Andersen che specchiandosi nel lago scopre la propria vera identità.

Non bisogna nascondere le cicatrici accumulate nella vita, perché possono e devono invece diventare il nostro tesoro.

Giocato sui codici della danza e del teatro, con trovate acute e divertenti, con molta semplicità, efficacia e ironia, lo spettacolo non perde di vista il tema della diversità che la protagonista, l’ottima debuttante Francesca De Pasquale, restituisce con grande intensità e umana partecipazione…Di fronte a questo anatroccolo, ridono i bambini, ridiamo noi adulti che li accompagniamo. Ma poi, a ben sentire, cresce un pensiero impastato con un sottile magone. La vita è là, attende questi piccoli spettatori, futuri cittadini: “lieti e pensosi” vanno avanti in questo paese allo sfascio. E un sorriso stempera quella lacrimuccia che svelti svelti asciughiamo per non farci vedere commossi.

– Andrea Porcheddu, glistatigenerali.com


La bellezza di questo spettacolo si riverbera negli occhi dei bambini, che sento curiosi attorno a me mettersi in relazione acuta e non passiva con lo spettacolo, percependone le sfumature di senso, fino a incantarsi dinanzi al finale… Semplicità e immediatezza veicolano agilmente un messaggio da palco a platea, come fosse la cosa più semplice di questo mondo, quasi senza farci accorgere che alla base c’è un fine lavoro di rielaborazione che, passando per l’uso di suoni e immagini, crea una messinscena che possiede lo stesso nitore dell’abito bianco di un cigno sbocciato alla vita.

– Michele Di Donato, ilpickwick.it


L’acquisizione della consapevolezza che deve passare per lo scherno, per il disagio, per l’abbandono è allora iter necessario che il “diverso” deve percorrere, viaggio nel mondo, ma anche in sé, per poter sentire, capire e accettare ciò che davvero è. Nel finale lo specchio d’acqua della favola è un fondale argenteo in cui l’anatroccolo potrà riconoscere la sua vera natura e sui cui potrà imprimersi, come titolo di coda, proprio quella consapevolezza: “Sono io”. La leggerezza è allora viatico di un senso necessario, coraggioso e, propriamente, formativo della coscienza dei futuri adulti seduti in sala.

– Ilena Ambrosio, paneacquaculture.net

15 - 16 Febbraio 2025