di Giovanni Testori
nato con la regia di Emanuele Banterle
con Andrea Soffantini
produzione Teatro Franco Parenti
Uno dei monologhi più intensi del teatro testoriano, la cui tensione linguistica è straordinariamente incarnata da Soffiantini, attore che nei suoi ruoli da caratterista – in Gli innamorati, Il delitto di via dell’Orsina, Memorie di Adriana per la regia di Andrée Shammah, Un cuore di vetro in inverno di Filippo Timi… – ha sempre conquistato il pubblico del Parenti.
È un testo che oggi verrebbe sicuramente contestato dagli antiabortisti eppure Factum est non è un monologo sull’aborto, è un monologo sulla vita. Era il 1980 quando Testori scrisse questo testo per un giovane Soffiantini, sfidando con questa scommessa la scena italiana. È parola che prende vita a poco a poco, fragile e potente e che, incalzando il cuore dello spettatore, sa dar voce e corpo allo scandalo del dolore umano. La parola di chi non vedrà mai la luce s’incarna e si allarga fino a elevarsi a grido universale, a interrogazione sul senso della fatica e del dolore, a indagine infiammata sulla libertà dell’uomo.
Alberto Arbasino