commedia in due atti di Rosa A. Menduni e Roberto De Giorgi
regia Piero Maccarinelli
con Vittorio Franceschi,
Alberto Onofrietti, Giovanna Bozzolo,
scene Paola Comencini
musiche Antonio Di Pofi
luci Francesco Traverso
produzione Teatro Franco Parenti
Manuel, giovane fascistello impunito della periferia romana, investe con l’auto Renato, comunista dal cocciuto istinto pedagogico. Per evitare una denuncia per guida senza patente, il giovane tratta con lui un periodo di assistenza a domicilio. È così che due mondi tanto distanti per età e cultura, due espressioni così caratterizzanti della storia del nostro paese, si incontrano e scontrano, tra momenti esilaranti, sorprese e inganni. Ne nasce uno scambio reciproco molto più profondo di quanto loro stessi potessero mai sospettare. Ma c’è anche un ritorno inaspettato, quello della figlia di Renato, ex terrorista denunciata alla polizia. Nell’interazione, i tre scoprono debolezze, paure, e il proprio orgoglio… Ciascuno impara e insegna.
Ironia e tenerezza sono gli ingredienti primari che fanno dello spettacolo un piccolo gioiellino. Regia garbata e sensibile di Piero Maccarinelli.
– Celina Vanni, Sipario.it
Sceneggiatura brillante, divertente, ma anche amara, delicata, onesta. […] Da sottolineare la prova neorealista di Alberto Onofrietti, perfettamente calato (fisicamente, linguisticamente, spiritualmente) nella parte più difficile, quella diciamo del “colpevole”, del balordo, del razzista, del violento, insomma dell’indifendibile. Grazie a un lavoro di immedesimazione impressionante, Onofrietti costringe il pubblico a fare un passo verso il personaggio più livido della storia, mostrando la bellezza (im)possibile di un’anima vuota, abbandonata alla periferia di sé stessa. In attesa che faccia giorno.
– Roberto Ciarrapica, Tgcom24
Particolarmente emozionante la figura dell’anziano che, sebbene provato nel fisico e nell’animo, non perde il desiderio di battersi per quello che crede giusto. È lui il portabandiera del motto “farà giorno”; l’eroe triste e solitario che non perde mai la speranza e nemmeno la battuta tagliente. […] Molto bravo anche Alberto Onofrietti che finisce così per fargli da spalla comica per quanto in scena sia l’emblema delle profonde lacune storico-culturali e morali delle nuove generazioni.
– Silvana Costa, Artalks
La regia di Piero Maccarinelli ne scandisce il crescendo emotivo. Lo spettacolo, imperdibile per la bravura degli interpreti e per il concentrato di emozioni che regala, è considerato una commedia. In effetti si ride, e molto, specie nel primo atto. Poi però, inaspettatamente, ci si commuove perché tocca corde profonde. Tra queste, quella dell’ideale, capace di canalizzare le nostre potenzialità e le nostre energie verso un’autoeducazione interiore, che ci rende consapevoli delle idee che possediamo e di quelle da cui siamo posseduti.
– Raffaella Roversi, 2righe