di Richard Levinson & William Link
traduzione e adattamento di David Conati e Marcello Cotugno
regia Marcello Cotugno
con Gianluca Ramazzotti, Pietro Bontempo, Samuela Sardo, Sara Ricci
e la partecipazione straordinaria di Nini Salerno
luci Giuseppe Filipponio
scene Alessandro Chiti
costumi Adele Bargilli
produzione OLIVER & FRIENDS e JL RODOMONTE PRODUCTION
Ispirato al detective Porfirij Petrovič di Delitto e Castigo di Dostoevskij, Colombo si presenta trasandato e maldestro, al contempo sagace, ironico e fine conoscitore della natura umana. Ma è anche il poliziotto proletario che consegna alla giustizia criminali appartenenti alle classi agiate: un eroe della lotta di classe.
Con le sue ambizioni economiche e le frustrazioni d’amore, il Tenente si rivela un personaggio di impressionante attualità. I serrati e brillanti dialoghi, uniti a una colonna sonora jazz, conquistano e divertono il pubblico.
[…] il successo della pièce si deve ai dialoghi serrati e talvolta brillanti dei due autori, all’interpretazione asciutta e realistica degli attori guidati dalla solida mano del regista Marcello Cotugno, alle belle scene firmate da Alessandro Chiti, e alla colonna sonora che riporta lo spettatore indietro con le note jazz in pieno stile Blue. Lo spettacolo procede in maniera veloce e incalzante, guadagnandosi il divertimento e l’attenzione del pubblico.
– Roberto Trovato, Sipario
La realizzazione di Cotugno è brillante, divertente. Il cast è eccellente. Nel ruolo del poliziotto dalle origini italiane Gianluca Ramazzotti è bravissimo a non scimmiottare Peter Falk. Uno spettacolo godibilissimo.
– RaiNews.it
NOTE DI REGIA
Forse pochi sanno che Il Tenente Colombo, uno dei telefilm più noti e seguiti degli anni ’70 e ’80, nasce da un testo teatrale: Prescription: Murder, scritto nel 1962 da William Link e Richard Levinson, e andato in scena per la prima volta al Curran Theatre di San Francisco nello stesso anno. Autori di noir di successo come Murder, she wrote (La signora in giallo) e Ellery Queen: Don’t look behind you, Mannix, i due autori si erano conosciuti al liceo e avevano subito iniziato a collaborare su quella che era lo grande passione: i gialli. Il testo ebbe un tale successo – nelle sale teatrali americane e canadesi – che nel 1968 ne fu realizzato un film TV, con Peter Falk nel ruolo che lo avrebbe poi reso celebre in tutto il mondo. Il primo episodio della serie TV, Un giallo da manuale, del 1971, fu diretto da un giovanissimo Steven Spielberg.
In Prescrizione: assassinio si trovano già tutti i temi e lo stile del personaggio di Colombo che i due autori americani avevano creato ispirandosi al detective Porfirij Petrovič di Delitto e Castigo di Dostoevskij: un uomo trasandato e maldestro, che apparentemente ama compiacere gli altri e che tende a sminuire le sue doti d’investigatore e di uomo, ma che in realtà è sagace e ironico, un fine conoscitore della natura umana, capace di apparire e scomparire nei luoghi e nei momenti più impensati con infallibile tempismo. Ma Colombo è anche il poliziotto proletario che consegna alla giustizia criminali che appartengono a classi agiate e che lo sottovalutano, giudicandolo in base alle apparenze. Un eroe della lotta di classe. Ma non solo, Colombo presta attenzione al suo lavoro 24 ore al giorno, appare distratto, magari perde in continuazione le penne, ma non perde mai il focus sul caso da risolvere. E, in un’epoca dove l’attenzione è diventata una virtù rara, e la disattenzione un’abitudine, ecco che il personaggio di Colombo si manifesta nella sua impressionante attualità.
Come in tutti i telefilm che seguiranno, anche in Prescrizione: assassinio, lo spettatore è da subito testimone dell’omicidio: il dottor Fleming è un brillante psichiatra di New York, che non riesce più a tollerare il matrimonio con la moglie, una donna possessiva che ha sposato solo perché ricca. Assieme alla sua giovane amante Susan, un’attrice di soap, architetta il piano perfetto per uccidere la moglie. Ma sulla sua strada troverà il tenente Colombo.
– Marcello Cotugno