interpretazione e traduzione Emanuele Severino
drammaturgia e regia Maurizio Schmidt
con Chiara Aquaro, Viviana Curcio, Simone Debenedetti, Nicoletta Epifani, Domenico Fiorillo, Gaetano Franzese, Flavio Innocenti, Lucrezia Mascellino, Claudio Pellegrini, Federica Pirone
musiche dal vivo Bruna Di Virgilio (violoncello, suoni elettronici)
assistente alla regia Ilaria Zanotti
assistente ai movimenti scenici Luca Fusi
luci Massimo Guarnotta
macchinista Federico Fe d’Ostiani
organizzazione Marta Ceresoli
produzione Farneto Teatro / BAS Boffalora Acting Studio
Un’eredità che arriva dal 458 a.C. e ci parla di una società turbata dalla guerra, dell’attesa di un evento che riporti la felicità, della liberazione dagli errori delle generazioni precedenti, del bisogno di una politica etica, della democrazia, del tramonto degli dèi e della loro sostituzione con l’intelligenza dell’uomo; ma soprattutto della ricerca di un rimedio, dentro e fuori di noi, alla crisi che attraversiamo. Una metafora straordinaria della nascita della democrazia e della giustizia, nonché la celebrazione del pensiero dell’uomo agli albori della sua storia sociale.
La compagnia di giovani attori, diretta da Maurizio Schmidt e guidata dalla bellissima traduzione di Emanuele Severino – scritta per lo spettacolo di Franco Parenti del 1985 – affronta questa pietra miliare del Teatro occidentale che da sempre attira e intimidisce.
Ci piacerebbe far sentire più vicina a noi la tragedia antica, evitando le barriere architettoniche e linguistiche che ci separano da quello che è stato il teatro più politico di tutti i tempi. Perché in fondo il teatro delle origini è una piazza piena di gente in cui passano degli eroi che vengono da quella gente interrogati. Vorremmo essere quella piazza. Interrogare il mito antico come ha fatto Emanuele Severino, aiuta a tenere viva la riflessione sul senso del teatro. E soprattutto aiuta a scoprire il piacere di farlo in tanti.
– Maurizio Schmidt