di INGMAR BERGMAN
traduzione italiana Piero Monaci
adattamento teatrale Alessandro D’Alatri
regia Raphael Tobia Vogel
con Fausto Cabra e Sara Lazzaro
scene Nicolas Bovey
luci Oscar Frosio
musiche Matteo Ceccarini
costumi Nicoletta Ceccolini
contenuti e montaggio video Luca Condorelli
produzione Teatro Franco Parenti
In accordo con Arcadia & Ricono Ltd
per gentile concessione di Joseph Weinberger Limited, Londra,
per conto della Ingmar Bergman Foundation
© Josef Weinberger Ltd, www.josef-weinberger.com
www.ingmarbergman.se
Nel ruolo dei protagonisti i due grandi interpreti Fausto Cabra e Sara Lazzaro, diretti da Raphael Tobia Vogel, che ha il merito di aver regalato a tutta la storia una meravigliosa fluidità, una veste nuova, totalmente attuale, con una recitazione dinamica e fisica, fatta di dialoghi rapidi e incalzanti.
Uno sguardo ravvicinato sulle emozioni e i conflitti di coppia: crepe, insoddisfazioni, rabbia, risentimenti e il peso delle convenzioni sociali, per un’analisi approfondita e dolorosa di una fine. Ma può un amore davvero finire?
– Massimo Bernardini, Huffpost.it
Raphael Tobia Vogel ha già dimostrato di avere un modo caratteristico di costruire i suoi lavori, accostando l’attenzione ai dettagli, a partire dai movimenti degli attori nello spazio, sempre studiati […]. Sono bravissimi i due interpreti: Fausto Cabra il maschio ‘irrisolto bambino’, furbo e capriccioso, frenetico, cacciaballe e Sara Lazzaro una Marianna affogata nei rancori e rimpianti dell’ego.
– Anna Bandettini, La Repubblica
Lo spettacolo ripresenta il capolavoro cinematografico del 1973 in una veste nuova, coinvolgente, e disturbante.
– Giorgia Valeri, Famiglia Cristiana
C’è una recitazione dinamica, fisica, gestuale. I dialoghi rapidi, incalzanti danno una direzione, un senso nuovo, frizzante, ilare, reattivo, alle frasi melancoliche dei cupi colloqui bergmaniani. I tempi fluiscono veloci. I due attori si spostano con rapidità sulla scena ed è notevole la capacità di entrambi nel tener testa e rilanciare questo dinamismo sferzante l’uno dall’altro, l’uno sull’altro.
– Rinaldo Cadddeo, Scripts&Books
Si compie, in questo lavoro teatrale, una sorta di miracolo scenico, di sublimazione del genere: il dramma borghese si apre a un invincibile sorriso, anzi, a una catartica risata. Il regista Vogel ha il merito di aver regalato a tutta la storia una meravigliosa fluidità; le scene scorrono veloci. Non si riscontra alcun attrito frenante e la mente non ha tempo per distrarsi.
– Danilo Caravà, Milanoteatri.it
Il finale della Scena 7 è indimenticabile e memorabile anche l’ottava e ultima scena (In piena notte, in un posto buio, da qualche parte del mondo), in cui Vogel compendia l’amarsi “imperfetto e terreno” di Marianna e Giovanni con il pianto su ciò che ha fine, con una luce bianca, un video in bianco e nero del matrimonio, la neve chiusa in una sfera di vetro e un’altra neve che cade su due corpi forse ritrovati.
– Raffella Viccei, Morgana Web
Sara Lazzaro, formatasi al Drama Centre di Londra, è volto noto al grande pubblico televisivo per la sua partecipazione a DOC e The Young Pope. Ha lavorato nel cinema con, tra gli altri, Andrea Segre e Paolo Virzì e in teatro con la compagnia Vanishing Point diretta da Matthew Lenton e con autorevoli registi tra i quali Giorgio Sangati, Marco Tullio Giordana e Cristina Comencini.
Fausto Cabra è un pluripremiato attore e regista tra i più apprezzati e preparati della sua generazione. È stato tra i protagonisti di Lehman Trilogy di Luca Ronconi e ha al suo attivo importanti esperienze teatrali con grandi registi, da Declan Donnellan a Carlo Cecchi, da Mario Martone a Valerio Binasco.
NOTE DI REGIA
La trama di Scene da un matrimonio ruota attorno a Giovanni e Marianna, interpretati da Fausto Cabra e Sara Lazzaro, i quali vivono un rapporto che apparentemente funziona, ma in realtà segnato da crepe e insoddisfazioni, rabbia, risentimento e tensioni accumulati nel corso degli anni. La loro storia rappresenta un riflesso universale delle relazioni amorose, che possono essere fragili, complicate e segnate da alti e bassi. Nonostante i conflitti e le difficoltà, i due personaggi cercano un modo per rimanere uniti, credendo ancora nell’importanza del mutuo soccorso e della vicinanza emotiva. Lo spettacolo esplora anche temi più ampi come il matrimonio, la famiglia borghese e le convenzioni sociali, criticando l’istituzione matrimoniale e mettendo in evidenza il peso delle maschere sociali che spesso impediscono alle persone di conoscersi veramente e di vivere una relazione autentica.
Scene da un matrimonio si focalizza sull’intima rappresentazione dei protagonisti, offrendo uno sguardo ravvicinato sulle loro emozioni e conflitti. Non ci sarà lieto fine bensì un’analisi approfondita e dolorosa della crisi di una coppia. I temi sono affrontati con sfumature leggere e talvolta comiche, cercando di far sorridere o commuovere lo spettatore di fronte all’immaturità, all’infelicità e all’incapacità di Giovanni e Marianna di trovare la pace.
Perché riproporre questo testo proprio oggi? Saprà parlare alle nuove generazioni come ha saputo fare con quelle passate? Una chiave di lettura può essere, a mio avviso, il tema della mancanza di contatto umano, fisico e diretto: centralissimo ai giorni d’oggi, vista la grave dipendenza di molti – giovani, in particolare – da tecnologia, smartphone e social media. Le generazioni più giovani (e non solo) hanno quasi completamente sostituito l’esperienza concreta con quella virtuale. Viviamo in un’epoca in cui telefonare a una persona, invece che mandarle un messaggio, è considerato invasivo. Questo scollamento progressivo dal contatto diretto con il prossimo, dalla condivisione attiva degli spazi comuni, non può che comportare un allontanamento dalla realtà. Invitare dunque gli spettatori ad affrontare esplicitamente la complessità dei sentimenti umani, amorosi, familiari o coniugali che siano, potrebbe ricordare loro quanto siano universali, al di là delle specifiche difficoltà della nostra epoca. Potrebbe forse “risvegliare” qualcosa che è innato in noi, per quanto spesso sopito o nascosto e perfino rassicurare chi pensa di non avere gli strumenti per risolvere la propria situazione sentimentale disastrosa, proprio come quella dei protagonisti di questa storia.
– Raphael Tobia Vogel