molto liberamente ispirato a
L’uomo che piantava gli alberi di Jean Giono
di Francesco Niccolini
con Simona Gambaro
regia Francesco Niccolini e Luigi D’Elia
oggetti scenici Luigi D’Elia e Simona Gambaro
luci Luca Telleschi
musiche Bevano Est e Antonio Catalano
produzione INTI
con il sostegno di Catalyst-Teatro Corsini Barberino di Mugello e Giallo Mare Minimal Teatro Empoli
nell’ambito del progetto “Residenze” Art. 43 Mibact-Regione Toscana.
Una storia di cura e rinascita, liberamente ispirata a L’uomo che piantava gli alberi di Jean Giono, un libro diventato simbolo della difesa della natura, dell’impegno civile e del valore universale dell’albero.
Al centro del romanzo ci sono le vicende del solitario pastore Elzéard Bouffier, che per amore comincia a piantare querce in una terra desolata e aspra e attraverso questa pratica quotidiana torna a essere felice. E lentamente e meravigliosamente anche il mondo intorno a lui cambia. Una rivoluzione silenziosa che, grazie alla forza gentile dei piccoli gesti, restituisce vita a ciò che prima non ne aveva.
La sua esistenza semplice, ma straordinaria, è evocata in scena da un piccolo narratore, con un elmetto rosso e stracarico di oggetti, che, come un fiume in piena, condivide le sue disavventure, tra nuvole perdute, cieli e montagne, circhi, canarini, leoni e clown, ma soprattutto di un grande uomo, piccolo giardiniere di Dio, della sua poetica resistenza e della sua ostinata generosità, un uomo che piantava gli alberi. E dopo di lui, di una donna che indossava delle scarpe rosse molto belle ma troppo troppo troppo strette…