Favolosa: Lo Cunto De Sio
a cura di Bianca Cattaneo
Il palco della sala grande al Teatro Parenti ospita pochi essenziali elementi: un’asta con un microfono al centro della scena, qualche sgabello, una postazione con una console e un imponente pianoforte a coda. Favolosa, programmato ai Bagni Misteriosi, è stato infatti prontamente trasferito all’interno a causa del meteo inclemente.
Giuliana de Sio, elegantissima e affascinante, ci trasporta nel mondo fantastico e popolare di Giambattista Basile (scrittore e letterato del Seicento napoletano), per poi ingolosirci con aneddoti e storie della sua vita artistica e personale. La musica di accompagnamento dei tre esperti musicisti, Cinzia Gangarella, Marco Zurzolo e Sasà Flauto, è essa stessa protagonista grazie a intermezzi con performance sorprendenti. Il recital è un dialogo di voci, canzoni, favole e storie che ci trasportano in un clima di piacevole leggerezza e curiosità.
Dal Cunto de li Cunti vengono scelti tre racconti: La gatta cenerentola, La vecchia scorticata e La donna e il diavolo. Tutte e tre sono caratterizzati dalla centralità di figure femminili, forti, scanzonate, intelligenti ma soprattutto furbe; una di loro riuscirà infatti ad ingannare il diavolo in persona. De Sio, anche grazie a spiritosi giochi di modulazione della voce, scherza con i personaggi, li racconta, fa rivivere contadini, vecchiette sgradevoli, principi e principesse della tradizione seicentesca. Li descrive nel suo dialetto, quello napoletano, lo stesso che Basile utilizza per scrivere le sue storie. Così facendo duetta anche con il pubblico che, intervenendo su sollecito dell’attrice, chiede spiegazioni e si diverte per espressioni poco chiare o modi di dire irriverenti. La platea è catturata dall’esuberante e magnetica voce della protagonista della serata, che si salva impeccabilmente anche quando sembra aver sbagliato la scaletta.
Come se la sua stessa esistenza fosse una favola, e cercando di immedesimarsi nelle argute protagoniste delle storie appena evocate, Giuliana de Sio racconta episodi della propria vita. Ci parla dell’avventurosa biografia di Rosa Balistreri e intona la sua Cu ti lu dissi; nomina l’indimenticabile Troisi, narrando anche della loro storia d’amore mancata e dell’anima gemella che ancora dovrà arrivare. Con fine ironia arriva a trattare, prima a parole e poi attraverso la musica, anche il tema della guerra in Ucraina. Ricorda, infatti, che la canzone russa più famosa al mondo – Oci ciorne – è stata scritta proprio da un ucraino e musicata da un italiano. Si tratta di una canzone di passione, nelle cui parole si contemplano due occhi neri, l’unica consolazione negli anni di guerra e l’unica via per il futuro: «Occhi neri, occhi fiammanti, / mi attirano verso terre lontane, / dove regna l’amore, dove regna la pace, / dove non c’è sofferenza, dove la guerra è bandita».