Omaggio a Testori attraverso le sue con/sonanti
di Chiara Narciso
Quale miglior modo di celebrare Giovanni Testori se non attraverso le sue con/sonanti? Utilizzando il linguaggio proprio che il celebre autore ha introdotto con le sue opere, Giuseppina Carutti ha curato il memoriale andato in scena al Teatro Franco Parenti. L’omaggio ad uno degli intellettuali che ha più segnato il Novecento è stato proposto nei primi giorni di maggio, per celebrare il centenario della nascita dello scrittore di Novate. Questo evento, che ha visto la Sala Grande gremita di pubblico, rappresenta una tra le più raffinate delle produzioni che il Teatro stesso, in collaborazione con Casa Testori, ha proposto nella stagione corrente, dando lustro ad una figura essenziale per il Salone Pier Lombardo, fondato dallo scrittore insieme a Franco Parenti, Andrée Ruth Shammah, Dante Isella e Gian Maurizio Fercioni.
La serata si apre con l’ingresso di Anna Nogara su una disposizione scenica di Emanuela Fasoli, semplice, priva di ogni eccesso, che pone al centro del palco quattro leggii, uno per attore, e lascia intravedere sullo sfondo i tipici mattoni a vista che caratterizzano la struttura del teatro. Proprio qui, in secondo piano, vengono proiettate le consonanti protagoniste e alcuni dei testi tratti dai lavori di Giovanni Testori. Partendo dalla definizione della parola “consonante”, esplicitata dalla stessa Nogara, il pubblico inizia a comprendere la loro particolarità di suoni emessi con la bocca socchiusa, incapaci di essere autonomi in una sillaba, tanto da dover essere sempre affiancati da vocali nella pronuncia. Nel corso della serata, Nogara è affiancata da altri protagonisti nell’evidenziare l’utilizzo di questo gruppo di lettere nelle opere dell’autore.
Ritorna Marina Rocco con la sua interpretazione di Maria Brasca, personaggio principale dell’omonima opera già messa in scena al Teatro Franco Parenti alcuni mesi fa. Partendo dalla coppia di consonanti S-B l’attrice ricorda lo sbrinz, termine coniato dallo stesso Testori, che non ha un significato ben preciso, ma rappresenta un atteggiamento che Maria descrive attraverso la peculiare pronuncia della parola, senza mai veramente chiarirlo. In questo gioco delle parti, Federica Fracassi diventa Giuseppa, cara amica di Maria Brasca, e interagisce con Marina Rocco. Poi di nuovo, tornando al suo leggio, Fracassi descrive visivamente il territorio della Lombardia, attraverso le parole di Carlo Cattaneo. Tra i protagonisti anche Andrea Soffiantini, attore fortemente legato all’autore, e Anna Della Rosa, che ha interpretato due dei testi chiave del lavoro di Testori: In Exitu e Cleopatràs. Nella convinzione testoriana di poter elevare la lingua dialettale affiancandola per importanza al latino, le con/sonanti protagoniste hanno condotto gli spettatori in un viaggio tra suono e senso.