Giovani adulti ed esistenze travagliate: Bernardo Zannoni presenta “25”
di Mattia Rizzi
In uno dei suoi saggi più noti, Umberto Galimberti analizza il fenomeno del nichilismo, «un ospite inquietante» di nietzschiana memoria che cancella le prospettive dei giovani, penetra i loro sentimenti e ne confonde i pensieri. Incapaci di descrivere il loro malessere perché analfabeti emotivi, i ragazzi si sentono oggi sprofondare nel deserto dell’insensatezza e non riescono a dare una risposta al senso di vuoto che li circonda. Giovani adulti alle prese con la propria esistenza travagliata animano anche le pagine di 25, ultimo libro di Bernardo Zannoni, presentato dall’autore al Teatro Franco Parenti insieme al giornalista Federico Taddia e all’attore Giuseppe Cederna.
Già vincitore del premio Campiello 2022 per I miei stupidi intenti, Zannoni torna in libreria con un romanzo edito Sellerio che racconta la storia di Gerolamo, un ragazzo di venticinque anni agitato «da un desiderio quasi violento di diventare adulto» ma ancora abitato da «un Gerolamo precedente, bambino e adolescente, che non lo vuole abbandonare». «Che senso aveva vivere per non essere niente?» – si chiede la voce narrante riferendosi al protagonista e ai suoi coetanei. «Che senso ha contare i giorni, attraversare le stagioni, se non si ha nulla da ricordare, nulla da perdere? Erano tutti perduti. Andavano a vuoto. Occupavano solo spazio».
Gerolamo è infatti circondato da uno sciame di «ignavi», ragazzi come lui in bilico tra dubbi ed inesperienza, paralizzati dall’ansia, inerti e passivi di fronte a una società che li respinge. Anziché essere però stipati nell’Antinferno dantesco, punti da vespe e da mosconi, i dannati di Zannoni si rifugiano nel bar Barracus, allegorico luogo di perdizione in cui possono affogare nell’alcol preoccupazioni e malumori. Immersi in un disagio dalla portata generazionale, Gerolamo e i suoi amici cercano di affrontare le crisi e i drammi che caratterizzano tutte le età di passaggio.
Scritto «coi tempi scomposti e incoerenti della giovinezza», 25 non ha la pretesa di offrire una soluzione al malessere esistenziale che fiacca e confonde i giovani adulti, sommersi da un’angoscia paralizzante. Ciononostante, Zannoni è in grado di offrire ai lettori un punto di vista personale e si impegna a far sentire la propria voce dalla specola privilegiata della letteratura.