Palermo, via D’Amelio, 19 luglio 1992: un’esplosione, un uomo disteso sull’asfalto, il silenzio intorno. «Sono per terra. Non vedo altro che il cielo attraverso un velo di polvere. Sono finito. Sapevo che sarei finito. Guardavo da tempo al futuro della mia fine e la vedevo già trascorsa, già passata». Sono gli ultimi secondi di vita del giudice Paolo Borsellino, gli ultimi istanti in cui una persona, poco prima di chiudere gli occhi definitivamente, rivede tutta la sua esistenza. Ruggero Cappuccio ha immaginato i pensieri di quell’uomo che, pur dubitando di essere ancora vivo, nell’anticamera dell’aldilà passa in rassegna sogni, speranze, episodi, personaggi, amici e nemici nella sua Sicilia aspra e luminosa.