Non si registrano molte novità giovanili nel teatro milanese, ma una piacevole eccezione c’è e dunque va segnalata subito. Non si tratta della consueta, e spesso pedante, drammaturgia contemporanea, ma di una raffinata macchina delle emozioni intorno a un letto, senza parole, solo col linguaggio del corpo dell’attore e della maschera.