di Mario Diament
traduzione, adattamento e regia Andrée Ruth Shammah
traduzione dallo spagnolo Maddalena Cazzaniga
con
Gioele Dix – Laura Marinoni, Elia Schilton – Sara Bertelà,
Roberta Lanave
scena Gianmaurizio Fercioni
luci Camilla Piccioni
costumi Nicoletta Ceccolini
musiche Michele Tadini
aiuto regista Benedetta Frigerio
assistente alla regia Tommaso Bernabei
assistente allo spettacolo Beatrice Cazzaro
direttore dell’allestimento Alberto Accalai
pittore scenografo Santino Croci
direttore di scena Marco Pirola
macchinisti Riccardo Scanarotti, Paolo Roda
elettricista Gianni Gajardo
fonico Matteo Simonetta
sarta Caterina Airoldi
scene costruite presso il laboratorio del Teatro Franco Parenti e FM Scenografia
costumi realizzati presso la sartoria del Teatro Franco Parenti diretta da Simona Dondoni
produzione
Teatro Franco Parenti
e Fondazione
Teatro della Toscana
Spettacolo parte del progetto Voci dal Sur / Argentina
Ideato dal Teatro Franco Parenti / Associazione Pier Lombardo e da Edizioni Sur
Un uomo cieco è seduto su una panchina di un parco a Buenos Aires. È un famoso scrittore e filosofo – chiaramente ispirato all’autore argentino Jorge Luis Borges – che era solito godersi l’aria mattutina. Quella mattina, la sua meditazione viene interrotta da un passante: da qui una serie di incontri e dialoghi svelano legami tra i personaggi sempre più inquietanti, misteriosi e a tratti inaspettatamente divertenti. Come Borges, che crebbe parlando e scrivendo in inglese e spagnolo e visse in diversi paesi, Diament è uno scrittore interculturale, un emigrato e un esule che scrive della e sull’Argentina, sull’identità e l’isolamento, come fece il grande poeta argentino.
Un thriller appassionante, un avvincente intreccio di incontri apparentemente casuali dove violenza, inquietudine e comicità serpeggiano dentro rapporti d’amore.
Tutta in levare, la regia di Andrée Ruth Shammah è un invito alla concentrazione e all’empatia con i personaggi, una mano invisibile che cura il dettaglio tessendo una ragnatela stregante di sussulti segreti […]. La felicità è un attimo, il resto è vita. Uno spettacolo di malinconica lievità cechoviana.
– Sara Chiappori, la Repubblica
Andrée Ruth Shammah, nella bella scena di Fercioni, fa conoscere Diament con una regia di bella classicità, raffinata, luminosa, capace di valorizzare i significati del testo, la parola e l’attore. La complessità labirintica si scioglie nella regia in spire concentriche di verità impossibili, lungo un paradigma di schemi di relazioni interpersonali, sui quali è utile meditare. […] ottimo Elia Schilton, bancario che corre, con bel sviluppo, verso un tragico assurdo, lungo le lancette impazzite del suo sentire. Brava Laura Marinoni, vibrante e ammaliante signora e Gioele Dix, misurato, sornione Borges. Sara Bertelà e Roberta Lanave accanto a loro lungo i sentieri incrociati del thriller dei destini compiuti.
– Magda Poli, Corriere della Sera
I destini incrociati. Tutti al limite tra dramma e commedia. Merito della regia di Andrée Ruth Shammah avere tenuto teso il filo, rischiando molto con una prima parte lungamente ma necessariamente monologante del bancario, cui corrisponde un Gioele eccezionalmente muto e comunicante. Poi l’esplosione Marinoni, il cambio di ritmo, un’accensione di passioni che la regista fa crescere inesorabilmente.
– Roberto Mussapi, Avvenire
La regia di Andrée Ruth Shammah, orchestrando con aggressiva determinazione le poetiche sospensioni e le inaspettate violenze di questo dramma di anime, ha saputo armonizzare con ricercate finezze i temperamenti di tutti gli interpreti, tutti prodighi in generosa partecipazione.
– Paolo Paganini, Lo Spettacoliere