Archivio / Teatro

I Promessi sposi alla prova

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I Promessi sposi alla prova

Prima edizione, stagione 1983–84

di Giovanni Testori
regia Andrée Ruth Shammah
con Franco Parenti, Lucilla Morlacchi, Giovanni Crippa, Paola Rinaldi, Gabriella Poliziano, Colette Shammah, Maurizio Schmidt, Mariella Valentini, Francesca Muzio
scene e costumi Gianmaurizio Fercioni
musiche Paolo Ciarchi

Il Salone Pier Lombardo mette in scena I PROMESSI SPOSI ALLA PROVA di Giovanni Testori. Al di là di tutte le risonanze che un simile titolo può suscitare si tratta di una rinnovata collaborazione tra un teatro e un autore presente sin dalla sua nascita e ininterrottamente vicino, anche quando diverse esperienze ne separavano l’attività.

Questo odierno lavoro comune segnala la necessità temporale e morale di un appuntamento che a distanza di anni ci trova schierati vicini nell’assumerci la pesante responsabilità di difendere, anche con un grido, la sublime funzione del Teatro, e di sussurrare con pudore, ma senza reticenze, la religiosità dell’amore per l’uomo e per il suo destino.

Franco Parenti – dal programma di sala, gennaio 1984

Andrée Ruth Shammah, scommettendo ancora una volta sul nome di Testori, è riuscita a costruire uno spettacolo così denso di teatralità e con un ritmo felice da poter a giusta ragione essere considerata la nostra Ariadne Mnouckine.

– Domenico Rigotti, Avvenire


… Una regia magica e semplice, tutte tesa come a sottrarre agli stereotipi della convenzione, scolastica e letteraria, il capolavoro del “ruminante genio di Brusuglio” – addirittura preziosa, insostituibile.

– Ugo Ronfani, Il Giorno


… Un Maestro che ha la dialettica, ma anche la maturità e la profonda umanità di Franco Parenti.

– Franco Quadri, Panorama

Seconda edizione, stagione 1994–95

di Giovanni Testori
regia Andrée Ruth Shammah
con Gianrico Tedeschi, Francesca Cassola, Giovanni Franzoni, Stefano Guizzi,
Marianella Lazslo, Rosalina Neri, Carlina Torta
scene Gianmaurizio Fercioni
costumi Daniela Verdenelli
musiche Paolo Ciarchi

in scena dal 27 Ottobre al 27 Novembre 1994


Note di regia di Andrée Ruth Shammah
Quello che avrei scritto

Cominciava così il pezzo che volevo scrivere su questo programma: “Franco e Testori non ci sono più. Mi hanno lasciato con molta forza ma anche “la mancanza”, come dice mio figlio. E la forza insieme alla mancanza cosa fanno? Tanta dolcezza.
Ecco, è anche quella dolcezza che vorrei trasmettere con questi Promessi Sposi, una dolcezza che è anche fragilità e sentimento di un bisogno disperato di armonia.
E quanto altro?…”
E lì avrei dovuto elencare o cercato di elencare quanti altri valori c’erano nel testo, dentro il testo e sotto il testo, nella lettura di allora e soprattutto nella lettura di oggi dieci anni dopo, quanta esperienza e quale cammino avevo fatto percorrere ai miei attori in questo concentratissimo periodo di prove – fatto percorrere a loro mettendomi completamente alla prova io, io che del testo e dello spettacolo d’allora conoscevo tutti i meandri, le zone segrete, i risvolti e i tranelli, ma che in questi anni ero profondamente cambiata (oltre al non piccolo dettaglio che si è completamente stravolto il mondo intorno a noi).
Ecco, dicevo, invece di entrare nel tentativo di spiegare questo cammino interiore – forse indispensabile per capire la necessità che sento dentro nel riproporre “questo” testo e non un altro – volevo con leggerezza scrivere che c’erano cose che non si potevano spiegare, altre che forse non si dovevano dire perché anche spiegate non potevano essere capite, ma che quando il lavoro di scavo era stato fatto, e fatto veramente, un gesto d’amore comunque ne sarebbe risultato. Ed era nella fiducia – “speranza” che quel gesto avesse la forza di scuotere, emozionare, far riflettere e divertire che consegnavo questo mio lavoro al pubblico.
Bene, questi pochi appunti prevedevano uno spazio ridotto nell’impaginazione del programma. Ora però, al momento di mandarli in stampa – la vita che si cerca di portare sul palcoscenico con le sue imprevedibilità, le sue rotture e le sue sospensioni scoppia anche a proposito delle note di regia – non sono più convinta che può bastare così. Ci sono gli attori da ringraziare che si sono dati a me in modo commovente, alcuni fatti che sono accaduti nelle ultime ore, durante le prove, che non è giusto tenersi per sé; e l’amore che Fercioni sta mettendo a scrostare i muri nell’entrata per far emergere Franco Parenti in una foto proprio del maestro dei Promessi Sposi? Non posso trepidare per questa andata in scena senza pronunciare dei grazie, per iscritto e per sempre. E per fare questo devo con fatica e umiltà prendere la penna, la concentrazione e cercare di mettere in luce, qua e là, anche in modo disordinato, alcuni punti di fondo ancora mai spiegati – o forse detti nel tempo ma non capiti – che portano la vicenda di questo teatro fin qui. E spero che un foglio riuscirò ad aggiungerlo, anche volante, anche solo a mano e fotocopiato, in mezzo a questo programma.