Archivio / TeatroFocus Argentina

Cita a ciegas

(Confidenze fatali)

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Cita a ciegas

(Confidenze fatali)

Un sorprendente girotondo di destini.

Un thriller appassionante, un avvincente intreccio d’incontri apparentemente casuali dove violenza, inquietudine e comicità serpeggiano dentro rapporti d’amore. Un uomo cieco è seduto su una panchina di un parco a Buenos Aires. È un famoso scrittore e filosofo – ispirato all’autore argentino Jorge Luis Borges – che è solito godersi l’aria mattutina. Quella mattina, la sua meditazione viene interrotta da un uomo… Comincia così una serie di incontri fatti di conversazioni a prima vista sconnesse, che svelano legami sempre più inquietanti, misteriosi e anche inaspettatamente divertenti.

Tutta in levare, la regia di Andrée Ruth Shammah è un invito alla concentrazione e all’empatia con i personaggi, una mano invisibile che cura il dettaglio tessendo una ragnatela stregante di sussulti segreti […]. La felicità è un attimo, il resto è vita. Uno spettacolo di malinconica lievità cechoviana.
Sara Chiappori – la Repubblica
Andrée Ruth Shammah, nella bella scena di Fercioni, fa conoscere Diament con una regia di bella classicità, raffinata, luminosa, capace di valorizzare i significati del testo, la parola e l’attore. La complessità labirintica si scioglie nella regia in spire concentriche di verità impossibili, lungo un paradigma di schemi di relazioni interpersonali, sui quali è utile meditare. [...] ottimo Elia Schilton, bancario che corre, con bel sviluppo, verso un tragico assurdo, lungo le lancette impazzite del suo sentire. Brava Laura Marinoni, vibrante e ammaliante signora e Gioele Dix, misurato, sornione Borges. Sara Bertelà e Roberta Lanave accanto a loro lungo i sentieri incrociati del thriller dei destini compiuti.
Magda Poli – Corriere della Sera
I destini incrociati. Tutti al limite tra dramma e commedia. Merito della regia di Andrée Ruth Shammah avere tenuto teso il filo, rischiando molto con una prima parte lungamente ma necessariamente monologante del bancario, cui corrisponde un Gioele eccezionalmente muto e comunicante. Poi l’esplosione Marinoni, il cambio di ritmo, un’accensione di passioni che la regista fa crescere inesorabilmente.
Roberto Mussapi – Avvenire
La regia di Andrée Ruth Shammah, orchestrando con aggressiva determinazione le poetiche sospensioni e le inaspettate violenze di questo dramma di anime, ha saputo armonizzare con ricercate finezze i temperamenti di tutti gli interpreti, tutti prodighi in generosa partecipazione.
Paolo Paganini – Lo Spettacoliere
Prima o dopo lo spettacolo