Al Franco Parenti di Milano una bellissima sala nuova A2A, modulare, raffinata e molto funzionale fa da cornice e accoglie il nuovo spettacolo lieve, profondo e avvincente di Andrée Ruth Shammah, Chi come me dell’ israeliano Roy Chen, che narra le giornate nel reparto giovanile di un centro di salute mentale dove cinque ragazzi fragili, interpretati da giovanissimi e motivatissimi attori Amy Boda, Federico De Giacomo, Chiara Ferrara, Samuele Poma, Alia Stegani, portano le loro patologie, disturbi bipolare, eccessi incontrollabili di rabbia, schizofrenia, disforia di genere, autismo, sul palcoscenico della vita in comune per cercare di superare i motivi dei loro disagi aiutati dal tormentato dottor Baumann, ben disegnato da Paolo Briguglia, e alle lezioni di teatro della timida ma competente Dorit, sinceramente resa da Elena Lietti. Shammah ha creato uno spettacolo di rara forza coinvolgente e lo ha fatto con un attenzione estrema ai particolari, al racconto che non può essere cupo perché lì in quel luogo-teatro, c è la speranza per tutti. Molto curata la recitazione degli attori.