Tra i tanti scrittori del nord europeo che nel corso dell’Ottocento hanno vissuto l’esperienza dell’Italia, il norvegese Henrik Ibsen è senza dubbio tra coloro che ne hanno ricavato maggiori spunti e suggestioni. Non è quindi un caso che lo stesso Ibsen abbia scritto proprio in Italia, tra il 1866 e il 1867, “Brand” e “Peer Gynt”, due drammi complementari che illustrano plasticamente i poli dialettici costituiti dall’assoluto e dal nulla, da ciò che sostanzia la vita ma la irrigidisce e ciò che la libera ma insieme la dissolve.