scritto e diretto da Marco Ceccotti
con Giordano Domenico Agrusta, Luca Di Capua, Simona Oppedisano
supervisione di Lucia Calamaro e Graziano Graziani
disegno Luci Camila Chiozza
costumi Stefania Pisano
foto di scena Claudia Pajewski
produzione Teatro Metastasio di Prato
con il rassicurante aiuto di Consorzio Altre Produzioni Indipendenti –
Carrozzerie n.o.t – Teatro San Carlino – Fortezza Est
Spettacolo vincitore del premio In-Box 2022
Uno spettacolo divertente e irriverente, sul rapporto genitori-figli, sulle frustrazioni, le incomprensioni e la vita abitudinaria che spesso opprimono i sogni e soffocano i desideri.
Il ritratto di una famiglia pacifica, tollerante, dove, per sopravvivere, ognuno si rifugia in un mondo tutto suo fatto di assurde fantasie e fantastiche illusioni. Luigi, ossessionato dalla morte in senso negativo, racconta i finali di libri e film alle persone che sono alla fine della loro esistenza. Suo padre, pacifista emotivo, si guadagna da vivere decorando sanitari per dittatori sanguinari, mentre la madre, ironizzatrice cronica, cerca la felicità nei libri horror.
Le loro giornate sono un susseguirsi di abitudini rassicuranti, piccoli rimpianti, sogni rimandati, traumi ricercati e insalate poco condite. Vorrebbero odiarsi, non molto, quel tanto che basta per essere persone normali, ma è difficile odiarsi per chi non è mai riuscito a dirsi neanche un “ti voglio bene”.
I tre vivono in uno stato di tranquillità e pace che li sta distruggendo. Un’esistenza fondata sul non detto, sul non fatto, sul non essere abbastanza, sul non sapersi, sul non riuscire.
Quella raccontata da Marco Ceccotti, più che una famiglia, è un’epoca. La drammaturgia scavalca i confini del legame parentale per tratteggiare una più ampia coesistenza tra generazioni. – Sabrina Fasanella, Teatro e Critica
Tra ironia dissacrante e cinismo, vanno in scena i drammi della famiglia moderna con una lente di ingrandimento sulle paure e le ombre dell’animo umano. Sul palco i rapporti tra esseri umani, nella loro complessità e unicità. – Valentina Ersilia Matrascia, Art A Part of Culture
Un titolo raffinato, per una commedia surreale sul tema dei rapporti familiari e dei conflitti esistenziali, quelli necessari, ricercati, auspicati nel percorso di formazione dell’identità di un individuo. (…) Lo spettacolo, da non perdere, è una parodia brillante, sorprendente e irrazionale. – Renata Savo, Scene Contemporanee