Mala sorte nascere poveri, e a una svolta della vita dover mettere poche cose in una sacca e farsi transfughi. Via di corsa su una barca, mormorando un addio monti che diventa riepilogo di un tempo meno infelice, aperto alla speranza, anche se pieno di sacrifici, e catalogazione sofferta di ogni ansa del lago, di ogni particolare dei luoghi dove fu bella giovinezza, nonostante tutto. Quel ramo…’quello’ amputato dell’ultima sillaba, fonema assente che deve comunque risuonare profondo, vuoto evocato dall’inclinazione della voce che disegna la progressiva distanza dalla casa natìa, dalla scaletta di pietra, dalle consuetudini, e il timore di non potervi fare ritorno.