«Cirano è il primo rapper della storia, improvvisa rime e si scaglia contro impostori e corrotti, ma è anche un vigliacco, un manipolatore, e noi lo smascheriamo senza sconti». Il regista Leonardo Manzan (classe 1992), da stasera è in scena al Parenti con «Cirano deve morire», riscrittura in chiave rap del «Cyrano di Bergerac» di Edmond Rostand. Uno spettacolo-concerto per tre voci dove tra canzoni, musica dal vivo, dj, tubi metallici e luci stroboscopiche, si racconta il triangolo amoroso Cirano Cristiano Rossana, due uomini ( Alessandro Bay Rossi e Giusto Cucchiarini) innamorati della stessa donna (Paola Giannini), l’unica a rimanere in vita, schiava del passato che la ingabbia.