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AVVISO: giovedì 18.04 il foyer NON è accessibile e NON sono attivi bar e guardaroba.

  

Sik-Sik. Cachemire Podcast: «Mai Dire Cachemire con la Gialappa’s»

30 Gennaio 2023

Cachemire Podcast: «Mai Dire Cachemire con la Gialappa’s»

di Bianca Cattaneo

Torna al Teatro Franco Parenti, dopo la data di novembre, Cachemire, un podcast morbidissimo. La Sala Grande è stracolma di ragazzi, che in coppia o in compagnia di amici hanno deciso di assistere a una delle date live milanesi dello show diretto da Edoardo Ferrario e Luca Ravenna. Dal dicembre 2020 i due comici intrattengono il loro pubblico, sia online che dal vivo, discorrendo delle tematiche più varie, dall’attualità al cinema, alla televisione e alla musica. Di frequente l’episodio è arricchito dalla presenza di ospiti di volta in volta differenti che portano le loro esperienze di vita e il loro contributo umano e artistico, collaborando al successo del podcast. Un programma che, ormai navigato, si trova alla terza stagione di riprese e conta centinaia di migliaia di stream su Youtube e Spotify.

L’affetto degli ascoltatori di Cachemire si percepisce fin da inizio spettacolo quando, all’ingresso di Edoardo e Luca, i due comici vengono accolti con un rumoroso ed entusiasta applauso di benvenuto. Assieme a loro si presentano anche Tahir Hussain e Carmelo Avanzato, rispettivamente il tecnico di regia e montaggio e il tecnico audio: entrambi immediatamente riconosciuti e salutati calorosamente dalla platea per la loro partecipazione attiva al podcast come commentatori fuori campo.

Il tema della serata è la Televisione: armati della solita pungente ironia (senza farsi mancare qualche nota di sarcasmo) i presentatori osservano quanto i giovani si siano disabituati a guardare la televisione e ne propongono un rilancio. Sia l’uno che l’altro espongono assurdi palinsesti televisivi che proporrebbero per promuovere due nuovi ipotetici canali, Rete Italia Edo e Tele Lucone, pensati appositamente per coinvolgere i giovani. Giovani che, una volta esposti i folli programmi televisivi pensati dai due comici, non rimangono solamente ascoltatori ma vengono coinvolti direttamente all’interno della discussione: viene data loro l’opportunità di commentare e di proporre novità e cambiamenti per un canale studiato appositamente per i Millenials e la Generazione Z.

Il tema della serata è la televisione per un motivo preciso. Circa a metà spettacolo saliranno sul palco gli ospiti dell’episodio: Marco Santin e Giorgio Gherarducci della Gialappa’s band. I due autori comici e commentatori televisivi e radiofonici si inseriscono subito nel flusso di ironia che caratterizza il rapporto tra i protagonisti di Cachemire. Si prendono in giro a vicenda e non si fanno scrupoli nemmeno a schernire ironicamente i malcapitati del pubblico a cui Carmelo, vagando per la platea, lancia il microfono. I due membri della Gialappa’s raccontano dei loro inizi, prima con Mai dire Banzai e poi del successo di Mai dire Gol. Ricordano, anche grazie al contributo degli spettatori in sala, gli sketch più famosi del programma. Salutano e citano più di una volta il terzo elemento del trio, Carlo Taranto, ritiratosi dalle scene pubbliche da diversi anni, nominando poi anche i comici che per anni hanno collaborato allo spettacolo, da Teo Teocoli a Paola Cortellesi. A Cachemire anche per presentare il loro nuovo libro Mai dire noi, la Gialappa’s band parla con nostalgia di un’epoca d’oro della televisione italiana, gli anni ’90, annunciando però senza troppi rimpianti di essersi adattati all’evoluzione tecnologica. Si sono infatti prontamente buttati in una nuova era del commento di programmi in diretta grazie all’app di streaming Twich. A proposito della quale ricordano un episodio divertente: poco dopo l’apertura del canale ricevettero numerose segnalazioni dai gestori dell’applicazione; tutti quanti i messaggi informavano dell’aumento dell’età media sulla piattaforma e indagavano sul motivo per cui improvvisamente si erano iscritti un numero così elevato di «boomers» che contattavano di continuo il supporto telefonico perché non in grado di capire il funzionamento dell’app.

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