di Annibale Ruccello
regia Claudio Tolcachir
con Valentina Picello
scena Cosimo Ferrigolo
luci Fabio Bozzetta
produzione Carnezzeria / Teatri di Bari / Teatro di Roma in collaborazione con AMAT & Teatri di Pesaro per RAM
Valentina Picello
Miglior Attrice Premio della Critica 2025
ANCT, Associazione Nazionale Critici di Teatro
per gli spettacoli
• Anna Cappelli (in scena al Teatro Franco Parenti dal 28 Ottobre al 9 Novembre)
• La gatta sul tetto che scotta (in scena al Teatro Franco Parenti dal 10 al 15 Febbraio 2026)
• Parlami come la pioggia (produzione Teatro Franco Parenti, in scena dal 17 Febbraio all’1 Marzo 2026)
• Madri
Claudio Tolcachir
Premio Internazionale Maurizio Scaparro – Le Maschere del Teatro Italiano 2025
Un viaggio nell’abisso dell’anima, quella di una donna che vive paure e fragilità mentre lotta per ritagliarsi uno spazio in un mondo che la giudica e la limita. Una pièce che è riflesso della condizione umana, in bilico tra il desiderio di autodeterminazione e l’assenza di risorse per realizzarlo.
A mettere in scena questa raffinata commistione di amara leggerezza e tragicità, Claudio Tolcachir, regista argentino sensibile e innovativo. Una gemma teatrale sul corpo di un’attrice unica, la pluripremiata Valentina Picello, che non interpreta, incarna. E ci travolge. Dà vita a una donna così tempestosamente umana e impotente da prendere decisioni estreme e nelle sue mani, Anna non è un mostro. È una fame di vita.
L’inferno sono gli altri? No, qui l’inferno è senza gli altri: in una solitudine che è un pantano dell’anima Valentina Picello è straordinaria nella creazione di questo personaggio con cui è impossibile non entrare in empatia.
– Andrea Pocosgnich, teatroecritica.net
Lo splendido monologo, che Annibale Ruccello scrisse nel 1986 poco prima della sua prematura e tragica scomparsa, è un corpo robusto e vigoroso di parole – parole dette, sussurrate, spezzate, negate, ripetute – costruito proprio con l’intento di evocare un universo drammatico chiamato a farsi àncora di salvezza per la protagonista. Anna parla e, parlando, esiste. O forse immagina.
– Laura Novelli, paneacquaculture.net
Una Valentina Picello ironica e tenera, imbarazzante e crudele, vibrante a ogni istante, in ogni muscolo del viso e del corpo. Davvero una straordinaria prova attoriale.
– Francesca De Sanctis, L’Espresso
Con una raffinata commistione di sottile ironia e tragicità, l’opera sonda temi di profonda universalità e atemporalità: la solitudine, l’indipendenza, e la disperata ricerca di una via di fuga da un’esistenza che sembra intrappolata in un ineluttabile vicolo cieco. Con delicata sensibilità, la narrazione illumina alcune delle esperienze vissute dalle donne, rivelando la loro essenza con autenticità. Un invito a confrontarsi con le proprie fragilità e a riscoprire la forza nascosta in ogni individuo.
– Rita Borelli, fondazionenenni.blog