© Alfredo Toriello
Cartellone 2025 - 2026 / Teatro

Anna Cappelli • 28 Ottobre - 9 Novembre 2025

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Anna Cappelli • 28 Ottobre - 9 Novembre 2025

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Una tragedia dell’identità, dove solitudine, ironia amara e lucida follia si fondono nel gioiello del visionario drammaturgo Annibale Ruccello, uno degli autori più incisivi del teatro napoletano.

Un viaggio nell’abisso dell’anima, quella di una donna che vive paure e fragilità mentre lotta per ritagliarsi uno spazio in un mondo che la giudica e la limita. Una pièce che è riflesso della condizione umana, in bilico tra il desiderio di autodeterminazione e l’assenza di risorse per realizzarlo.

A mettere in scena questa raffinata commistione di amara leggerezza e tragicità, Claudio Tolcachir, regista argentino sensibile e innovativo. Una gemma teatrale sul corpo di un’attrice unica, la pluripremiata Valentina Picello, che non interpreta, incarna. E ci travolge. Dà vita a una donna così tempestosamente umana e impotente da prendere decisioni estreme e nelle sue mani, Anna non è un mostro. È una fame di vita.

 

L’inferno sono gli altri? No, qui l’inferno è senza gli altri: in una solitudine che è un pantano dell’anima Valentina Picello è straordinaria nella creazione di questo personaggio con cui è impossibile non entrare in empatia. 

– Andrea Pocosgnich, teatroecritica.net


Lo splendido monologo, che Annibale Ruccello scrisse nel 1986 poco prima della sua prematura e tragica scomparsa, è un corpo robusto e vigoroso di parole – parole dette, sussurrate, spezzate, negate, ripetute – costruito proprio con l’intento di evocare un universo drammatico chiamato a farsi àncora di salvezza per la protagonista. Anna parla e, parlando, esiste. O forse immagina.

– Laura Novelli, paneacquaculture.net


Una Valentina Picello ironica e tenera, imbarazzante e crudele, vibrante a ogni istante, in ogni muscolo del viso e del corpo. Davvero una straordinaria prova attoriale.

– Francesca De Sanctis, L’Espresso


Con una raffinata commistione di sottile ironia e tragicità, l’opera sonda temi di profonda universalità e atemporalità: la solitudine, l’indipendenza, e la disperata ricerca di una via di fuga da un’esistenza che sembra intrappolata in un ineluttabile vicolo cieco. Con delicata sensibilità, la narrazione illumina alcune delle esperienze vissute dalle donne, rivelando la loro essenza con autenticità. Un invito a confrontarsi con le proprie fragilità e a riscoprire la forza nascosta in ogni individuo.

– Rita Borelli, fondazionenenni.blog

28 Ottobre - 9 Novembre 2025

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