regia Emma Dante
con Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco
luci Cristian Zucaro
assistente alla regia Daniela Mangiacavallo
organizzazione Daniela Gusmano
produzione Atto Unico
in coproduzione con Teatro Biondo Palermo / Emilia Romagna Teatro ERT – Teatro Nazionale / Teatro di Roma – Teatro Nazionale / Carnezzeria / Théâtre des 13 vents, Centre dramatique national Montpellier / MA scène nationale – Pays de Montbéliard
in collaborazione con Sud Costa Occidentale
coordinamento e distribuzione Aldo Miguel Grompone, Roma
È il racconto di due amanti nella loro quotidianità, fatta del chiasso di una tv accesa sulla finale del mondiale del 1982, di piccoli litigi e atti d’amore.
Un sentimento che si rinnova, tra comicità e sofferenza, incanto e disincanto, conquista e difficoltà. Sulle note di vecchie canzoni, i due festeggiano l’arrivo del nuovo anno “ballando” a ritroso la loro storia. Ripercorrono i momenti più importanti di una vita intera e, ricordando, si ritrovano.
Una ballata innamorata e malinconica: un mosaico dei ricordi che rende sopportabile la solitudine di chi, disgraziatamente, sopravvive all’altro.
klpteatro.it
C’è un patto tra lo spettatore ed Emma Dante, un accordo tacito di ogni persona che va a un suo spettacolo. L’accettazione di lasciarsi trascinare da un racconto non convenzionale attraverso le emozioni dei volti, dei corpi e delle note. La piena coscienza che spesso le parole lasceranno il posto ad altri linguaggi, certo comunque potenti. Ed è mantenendo fede a questo patto che la regista siciliana torna a Teatro con il suo Il tango delle capinere (dopo Pupo di zucchero) proseguendo così la sua riflessione sulla potenza dell’assenza delle persone amate e dei ricordi a loro legati.
Sul palco Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco restituiscono carne e sangue a un amore che giace protetto nei ricordi di chi nella coppia è rimasto in terra a conservarne memoria. In un’ora di spettacolo davvero fisico, il pubblico riesce a ridere anche in assenza di battute, solo per la contrazione di un muscolo, solo per uno sguardo.
[…] Il tango delle capinere è così il racconto poetico di un amore che non ha nulla di eccezionale se non l’eccezionalità di un amore vero, condiviso, nel bene e nel male, nella gioia e nel dolore, fino alla fine, fino alla resa dei corpi alla loro legittima vecchiaia e stanchezza.
– milanoteatri.it
NOTE DI REGIA
So che un amore può diventare bianco come quando si vede un’alba che si credeva perduta.
– Alda Merini
Una vecchina fruga dentro un baule. Estrae un flacone di pillole, un velo da sposa, un telecomando, tanti palloncini colorati… Da un altro baule arriva la musica di un carillon. Compare un uomo anziano. Indossa un vecchio abito da cerimonia liso dal tempo. L’uomo guarda la donna e sorride. Subito la raggiunge. L’abbraccia. La donna appoggia la testa sulla spalla di lui. Lui le fa una carezza. Lei lo tiene stretto per non perdere l’equilibrio. Lui la sostiene. Ballano. Lui estrae dalla tasca un orologio da taschino: meno cinque… meno quattro… meno tre… meno due… meno uno… e al rintocco della mezzanotte lui fa scoppiare un petardo. Si baciano. Lui lancia in aria una manciata di coriandoli. La festa ha inizio. Buon anno, amore mio! Lui e lei adesso hanno sedici anni. In costume da bagno si promettono amore eterno. Sulle note di vecchie canzoni festeggiano l’arrivo dell’anno nuovo ballando a ritroso la loro storia d’amore. Il tango delle capinere è l’approfondimento di uno studio, Ballarini, che apparteneva alla trilogia degli occhiali. È il componimento di un mosaico dei ricordi che rende sopportabile la solitudine di chi disgraziatamente sopravvive all’altro.
– Emma Dante