Si rimane senza parole. Loco è arte, è la capacità di far esplodere un testo.

Sipario

Un racconto assurdo sul crinale tra ragione e follia, ispirato a Memorie di un pazzo di Nikolaj Gogol’, alla sua vita, alla sua malattia mentale e in parte alle nostre esperienze personali.

Il personaggio principale della storia è Popriščin, un umile impiegato statale la cui vita viene messa in subbuglio dopo un incontro con la figlia del suo direttore, Sophie. L’amore che prova per l’inaccessibile Sophie lo spinge a una delirante ricerca di identità: Forse sono un conte o un generale. Perché sembra che io sia solo un insignificante impiegato? Forse nemmeno io so chi sono. Mentre si interroga sul suo status, è costretto a mettere in dubbio tutto e a indagare su tutto, anche sul cane di Sophie, Meggy. Alla fine la follia offre a Popriščin la possibilità di liberarsi dal suo destino miserabile quando si autoproclama Ferdinando VIII, re di Spagna. L’inganno lo solleva brevemente dalla sua disperazione, per farlo poi sprofondare ancora di più nella rovina: la tanto attesa “delegazione spagnola” arriverà presto per scortare il re Ferdinando… al manicomio.

Le parole del testo si fanno immagini, il corpo dell’impiegato è una marionetta animata dalle due attrici che muovono e destrutturano il pupazzo sotto gli occhi del pubblico, impersonando le forze da cui Poprišcin è agito: l’oppressione sociale che subisce, l’insurrezione folle e patetica di chi non riesce ad accontentarsi del suo rango. Partendo dalla figura dello scrivano, lo spettacolo legge, attraverso la sua folle ribellione, una condizione comune e contemporanea.

Un’ora di magia scenica pura.

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La Compagnia Belova-Iacobelli in scena anche con

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