scritto e diretto da Giampiero Rappa
con Lisa Galantini, Elisabetta Mazzullo, Nicola Pannelli, Giampiero Rappa
scene Laura Benzi
costumi Lucia Mariani
musiche Massimo Cordovani
disegno luci Gianluca Cappelletti
illustrazione Roberto Recchioni
produzione Viola Produzioni – Centro di Produzione Teatrale / Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale
Joe Black, fumettista di grande talento ed esperienza, travolto da un evento traumatico precipita in un abisso interiore ritirandosi dal mondo nella solitudine della sua casa. Ogni notte, il suo covo si anima di incubi che sembrano reali: gli eroi che aveva scartato dai suoi fumetti, gli amici e i familiari della vita quotidiana lo tormentano incessantemente, creando un vortice di illusioni e realtà. Questi personaggi mutano sembianze, cambiano voce, si travestono, ma l’obiettivo rimane immutato: risvegliare Giovanni dall’incubo della sua vita reale, fatto di rassegnazione e di rinuncia a vivere, la peggiore delle con- danne che un uomo possa autoimporsi.
Dialoghi taglienti, apparizioni grottesche e tenerezze represse, per una commedia che trascina lo spettatore sulla linea sottile che separa i sogni dalla realtà e l’amore dall’ossessione, in una società dove il successo conta più della felicità.
Riuscirà Joe a emergere dal baratro della depressione e a fare pace con i suoi demoni interiori?
NOTE DELL’AUTORE – Giampiero Rappa
Ci sono persone che non ricordano i sogni, altre che vivono notti piene di visioni intense, e poi ci sono coloro che sono intrappolati in un tormento chiamato parasonnia. Immaginate di chiudere gli occhi e, poco dopo, di vedere figure minacciose nella vostra stanza, di sentire voci che vi parlano, di assistere a scene di violenza così realistiche da farvi svegliare urlando o alzarvi di scatto. Questo è il tormento quotidiano di Giovanni, un disegnatore di fumetti che si trova in uno dei momenti più bui della sua vita.
Nonostante le visite mediche e le cure, il nostro protagonista non trova sollievo: ogni notte, il suo cervello lo catapulta in una battaglia contro personaggi che, con sarcasmo e cinismo, cercano di scuoterlo dalla sua apatia. Questi personaggi mutano sembianze, cambiano voce, si travestono, ma l’obiettivo rimane immutato: risvegliare Giovanni dall’incubo della sua vita reale, fatto di rassegnazione e di rinuncia a vivere, la peggiore delle condanne che un uomo possa autoimporsi.
L’uomo dei sogni è più di una commedia surreale: è una dedica appassionata al mondo del teatro e, soprattutto, al suo pubblico. Gli attori, con generosità, si muovono sul palco, parlano, si commuovono, cercando di smuovere qualcosa dentro di noi. Se la rappresentazione ci colpisce, applaudiamo con calore, e il nostro inconscio lavora per noi, in silenzio. Ogni sera, con l’apertura e la chiusura del sipario, gli attori rivivono la stessa storia, sperando di aver offerto un servizio importante alla comunità, sia che abbiano raccontato una tragedia, un dramma o una commedia. Come autore e regista di questa commedia, il mio sogno è il medesimo: regalare, insieme a una compagnia di attori formidabili, sensibili e affiatati, un viaggio speciale. Un viaggio in cui ogni spettatore possa sorprendersi, divertirsi, riflettere e, soprattutto, sognare. Perché, in fondo, il teatro è questo: un luogo dove la realtà e l’immaginazione si fondono, dove gli incubi possono essere sconfitti e i sogni possono diventare possibili.