di e con Paola Giannini, Leonardo Manzan, Rocco Placididi
regia Leonardo Manzan
produzione La Fabbrica dell’Attore–Teatro Vascello
Leonardo Manzan, giovane autore e regista di talento, due volte vincitore della Biennale di Venezia con gli spettacoli Cirano deve morire nel 2018 e Glory Wall nel 2020, presenta Uno spettacolo di Leonardo Manzan, un titolo che non avrebbe bisogno di ulteriori chiarimenti.
Completamente nudo su un piedistallo, accolto da una guida museale (Paola Giannini) e osservato da una figura enigmatica e immobile (Rocco Placidi), l’artista espone sé stesso. Trasforma il teatro in un museo d’arte contemporanea e il suo corpo in opera vivente.
Da qui prende forma un cabaret di assurdità e provocazioni: uno sguardo lucido, ironico e spietato sul culto narcisistico dell’autore. Tra battute su Favino e Cattelan, riflessioni sulla spettacolarizzazione del sé e momenti di interazione surreale, Manzan costruisce una satira affilata che restituisce l’autoritratto distorto di un’intera generazione creativa. Il pubblico, coinvolto in questo gioco dissacrante, partecipa a un’asta finale in cui si “vendono pezzi” dell’artista.
Un tentativo disperato di ristabilire il principio dell’eccezionalità dell’artista e negare la democrazia nel campo dell’arte: un invito feroce e liberatorio a risalire sul piedistallo, a riprendersi la scena, a uscire dal cliché del “perdente di talento”.
Un redivivo Carmelo Bene. Per narcisismo, ma anche per talento. […] Mi sa che questo Manzan mangia cultura a colazione-pranzo-cena. […] Mi sa che i due premi della Biennale di Venezia (con Cirano deve morire nel 2018 e Glory Wall nel 2020) non glieli hanno dati a vanvera. Mi sa che questo Leonardo Manzan è un talentaccio. Mi sa che questa ora o poco più al ridotto del Morlacchi è stata ben spesa.
– Sandro Allegrini, perugiatoday.it