Archivio / MusicaLe joli mai

Cuttuni e lamé

Trame streuse di una canta storie

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Cuttuni e lamé

Trame streuse di una canta storie

La Sicilia e le donne. L’ironia, la leggerezza, la spiritualità, la determinazione e la furbizia, in un racconto musicale che incrocia i cantastorie, la melodia e i suoni contemporanei. Il suono antico della lingua siciliana e del marranzano ci conducono attraverso i brani del disco omonimo che raccoglie una selezione di poesie popolari dell’800 e composizioni originali, a formare il mosaico dell’universo femminile.
Si alternano figure arcaiche e stereotipi: l’amante devota, la viziata, Maria in cerca del figlio, l’artista, l’eroina, la scaltra, la finta debole, la rovina del mondo e la colonna solida della società.
Intrecci bizarri, stravaganti, giocosi e divertenti dietro i quali si nasconde una ricerca storica, letteraria e musicale nelle tradizioni siciliane. E un linguaggio ricco di storia e suggestioni, ricercato e rappresentativo, sfacciato e raffinatissimo che include un omaggio al misterioso idioma Gallo-Italico di San Fratello, in provincia di Messina. Si tratta del Lombardo di Sicilia, fusione di lombardo, piemontese, ligure e provenzale. Dialetti del nord che, uniti, risuonano ancora in Sicilia a più di mille anni dall’arrivo nell’isola dei primi coloni al tempo dei Normanni.
Il passaggio dalla poesia popolare alle canzoni originali dell’autrice corrisponde al passaggio che, nel cinema, dal campo lungo arriva alla soggettiva. Le donne dapprima raccontate nella generalità dei pregiudizi che le accompagnano da sempre,  diventano poi protagoniste intime, uniche, irripetibili, con pregi e molti difetti, vere. Esseri liberi e complessi.

Streuse vuol dire bizzarre, originali. Canta storie perché vengo da Paternò che in Sicilia è il paese dei cantastorie, quelli che, con la chitarra e il cartellone, andavano in giro per le piazze e il tetto dell'auto era il loro palco.

La voce, accompagnata da mandolino, fisarmonica, marranzani, chitarre, tamburi e fiati, si snoda attraverso i brani come i quadri di una canta storie che riempie il suono di sfumature popolari, blues, manouche, latine e di mille trame originali, antiche, streuse.

Cuttuni e lamé è il lavoro discografico che sottende il concerto. Uscito il 28 ottobre 2017,  è stato realizzato insieme al polistrumentista e compositore Puccio Castrogiovanni che ne ha curato la produzione artistica, prodotto dall’etichetta romana Finisterre e distribuito da Felmay, vanta la collaborazione di alcuni dei musicisti siciliani più rappresentativi: da Alfio Antico allo storico gruppo de I Lautari, dal talento jazz del pianista Seby Burgio alla capacità compositiva del cantautore Mario Incudine.

Eleonora Bordonaro cantautrice, interprete e ricercatrice siciliana, si occupa di musica popolare reinterpretando canti siciliani di tradizione orale, dalla poesia popolare a quella dei cantastorie, dal repertorio contadino a quello sacro, con particolare attenzione al racconto del mondo femminile. Autrice di Cuttuni e lamé. Trame streuse di una canta storie, edito nel 2017, con la produzione artistica di Puccio Castrogiovanni e la partecipazione di Alfio Antico. Si interessa alla riscoperta del prezioso patrimonio poetico nella lingua gallo italica di San Fratello, Messina e, nel percorso di esplorazione delle isole linguistiche ancora vive in Sicilia, ha preso parte al progetto Skanderband, che lavora sul repertorio Arbereshe. Dal 2008 è cantante solista dell’Orchestra Popolare Italiana dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, diretta da Ambrogio Sparagna. Nel 2013 ha inciso La Custodia del Fuoco con il Majarìa Trio, in cui si rielaborano i testi delle raccolte ottocentesche di Lionardo Vigo e Giuseppe Pitrè in chiave etno jazz. Ha fondato la Casa Museo del Cantastorie di Paternò, centro di produzione e creazione dell’arte della narrazione e ha cantato le colonne sonore di film per il cinema, documentari e video d’arte tra cui Mine Vaganti di Ferzan Ozpetek, Romanzo criminale di Stefano Sollima, La doppia ora di Giuseppe Capotondi, La Siciliana ribelle di Marco Amenta. Canta in siciliano, italiano, portoghese, inglese, spagnolo e gallo-italico.

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