da Henrik Ibsen
musiche Edvard Grieg
regia Luca Micheletti
un progetto drammaturgico di Federica Fracassi e Luca Micheletti
arrangiamenti e pianoforte Lorenzo Grossi
danzatrice e coreografa Lidia Carew
soprano Anna Roberta Sorbo
e con la partecipazione di Alessandro Pezzali e Lorenzo Vitalone
costumi Antonio Marras
produzione Teatro Franco Parenti
Nel violento e avventuroso scontro con il mondo reale Peer Gynt, “Faust norvegese” alla ricerca di se stesso, sperimenta la differenza fra autenticità e finzione, esplorando tumultuosamente i rapporti con il femminile, con la realtà storica e sociale, con la fede e le forze oscure, in un viaggio di formazione tutto teatrale, fondato sulla potenza e le insidie dell’immaginazione.
«Siamo diventati Peer, Aase, Ingrid e tutti gli altri, scoprendoci troll, cambiando maschera, compagni, mondi, in sale teatrali e nel Gudbrandsdal, tra i fiordi di cartone e quelli reali: prove, laboratori, incontri, parole, derive, viaggi, viaggi, viaggi, immaginari e veri. Mai come stavolta è stato possibile smarrirsi nel labirinto, «andare e venire nel fiume della storia»: Peer Gynt è un’opera-mondo di grandioso respiro poetico e teatrale e la si può attraversare, forse, all’infinito e in forme innumerevoli. Ora riuniamo in una piccola rapsodia tre frammenti che hanno al loro centro altrettanti temi cruciali: «Fallire», «Mentire», «Morire». Peer Gynt non si sa chi sia, né dove sia, leggenda o realtà, vivo o morto, uomo o troll: è la storia (e la fiaba) di una ricerca di riscatto, di verità e di vita e non può che avvenire attraverso la perturbante immersione nel mondo alla rovescia del fallimento, della menzogna e dell’aldilà.
Non smetteremo di cercarlo, il nostro Peer Gynt, ma intanto, ecco queste pagine staccate da un diario incompiuto, smarriti messaggi in bottiglia, promesse fatte dal principe dei bugiardi. Non chiedeteci del futuro: esso è nascosto “nel cuore magico di una cipolla selvatica”.»