scritto e interpretato da Ruggero Cappuccio
impianto scenico Mimmo Paladino
immagini Lia Pasqualino
costumi Carlo Poggioli
musiche originali Marco Betta
progetto luci e aiuto regia Nadia Baldi
Produzione Teatro Segreto srl
Convocato dal Consiglio Superiore della Magistratura, in seguito al rilascio di interviste in cui riportava l’inadeguatezza dei mezzi di contrasto dello Stato contro la Mafia, il 31 luglio del 1988 il giudice denunciaal CSM la preoccupante immobilità del pool antimafia di Palermo, la mancata volontà di affrontare il persistente problema della criminalità mafiosa.
Complessi scenari, di sfondo alle indagini, rivelano infiltrazioni profonde della mafia nel tessuto sociale e occulte relazioni tra Stato e criminalità organizzata; ma emerge con forza anche lo spirito di sacrificio di chi porta avanti le proprie denunce nel nome della legalità.
Giovanni Falcone verrà ucciso, quattro anni dopo, il 23 maggio 1992 nell’attentato di Capaci. Paolo Borsellino 57 giorni dopo di lui, in via D’Amelio, a Palermo; qui si concentra il testo di Cappuccio, che proietta in questo intenso residuo di tempo i pensieri di Paolo Borsellino nei suoi ultimi attimi di vita, ritrovando le parole dell’infanzia, della giovinezza, dell’amore per la Sicilia, della famiglia, di chi ha cercato di proteggerlo e dell’amico Giovanni Falcone.