scritto da Paolo Hendel e Marco Vicari
regia Gioele Dix
scene Francesca Guarnone
musiche Savino Cesario
produzione Agidi srl
Con tutto ciò che questo comporta: ansie, ipocondria, visite dall’urologo, la moda dei ritocchini estetici e le inevitabili riflessioni, di ordine sia filosofico sia pratico, sulla “dipartita”.
Le paure, le debolezze, gli errori di gioventù, sommati agli “errori di anzianità”, diventano occasione di gioco in cui è facile specchiarsi, ciascuno con la propria vita e la propria esperienza.
E se la giovinezza è in qualche modo sopravvalutata, Hendel non vuole essere frainteso e precisa: “Sono comunque contento di essere stato giovane, mi sono trovato bene, mi è piaciuto e se mi dovesse ricapitare lo rifarei anche volentieri…”. Quello che conta è mantenere vivi, a qualsiasi età, la curiosità, l’interesse e la passione.