In occasione dell’incontro vengono presentati
il libro di Don Vincenzo Paglia
L’età da inventare. La vecchiaia fra memoria e eternità (ed. Piemme)
e il libro di Papa Francesco
La vita lunga. Lezioni sulla vecchiaia (ed. Solferino) con prefazione di Don Vincenzo Paglia
intervengono Don Vincenzo Paglia, Elisabetta Donati (Fondazione Ravasi Garzanti), Giangiacomo Schiavi, Andrée Ruth Shammah e la poetessa Edith Bruck (in collegamento)
in collaborazione con la Fondazione Ravasi Garzanti
L’Italia è il secondo Paese al mondo, dopo il Giappone, con il maggior tasso di anzianità della popolazione. Le previsioni sull’invecchiamento, che prospettano di qui a pochi anni profondi mutamenti nella composizione demografica – con ripercussioni in molti ambiti della vita sociale, lavorativa e individuale – ci esortano a rivalutare la Grande Età come una preziosa opportunità per la società di oggi e di domani.
di Don Vincenzo Paglia
edizione Piemme
Vincenzo Paglia, che da anni studia e si occupa delle esperienze e dei bisogni delle persone anziane, propone in queste pagine una visione penetrante e innovativa della vecchiaia. Un periodo libero dalla tirannia della produttività e disponibile per edificare legami. Anni scanditi non più dal calendario degli impegni ma dal tempo degli affetti, della riflessione, del contributo offerto alla comunità.
Per alcuni è rassegnato passaggio verso anni di decadimento fisico, inoperosità forzata e solitudine. Per altri una lontana minaccia da sfuggire con l’aiuto di pratiche salutistiche e attività appaganti. Comunque la si viva, la vecchiaia spesso fa paura o porta con sé la malinconia del tramonto. Eppure è diventata un tempo importante dell’esistenza, ben più lungo di quanto era fino a pochi decenni fa, e si presenta, in mancanza di modelli, come un’età da inventare. Vincenzo Paglia, che da anni studia e si occupa delle esperienze e dei bisogni delle persone anziane, propone in queste pagine una visione penetrante e innovativa della vecchiaia. Un periodo libero dalla tirannia della produttività e disponibile per edificare legami, momenti di ascolto delle proprie domande e di quelle degli altri. Anni scanditi non più dal calendario degli impegni ma dal tempo degli affetti, della riflessione, del contributo offerto alla comunità. I vecchi insegnano la bellezza di trasmettere e prendersi cura della vita e quando, col corpo indebolito e la mente confusa, diventano faticosi e difficili da amare, ci ricordano che la fragilità è una condizione comune a tutti e l’autosufficienza una sciocca illusione. Questa consapevolezza della dipendenza come radicale bisogno umano è il grande dono della vecchiaia alle generazioni più giovani. Ed è, al tempo stesso, l’orizzonte spirituale che permette di dare senso al ciclo della vita, di proiettare le proprie speranze nel futuro di cui si sono gettati i semi e, infine, di sentire la vecchiaia stessa come un compimento, una destinazione verso l’Eterno.
di Papa Francesco
prefazione di Don Vincenzo Paglia
edizione Solferino
Il nuovo libro del pontefice è accompagnato dai suoi più rilevanti interventi sul tema e presentato da Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia accademia per la vita, che delinea un vero e proprio itinerario storico e culturale nel valore della vecchiaia.
Hanno pagato «il prezzo più alto» non solo a causa della pandemia, ma anche di una cultura della produttività che li considera troppo spesso un peso. Ma gli anziani, secondo il Papa, sono invece «una benedizione per la società». Con diciotto catechesi qui raccolte per la prima volta Francesco ha sviluppato un nuovo importante percorso di riflessione interamente dedicato al senso e al valore della vecchiaia attraverso la parola di Dio, dalla Genesi ai Vangeli, per spiegarne la ricchezza e trasmettere «saggezza all’umanità». Quello del pontefice è un autentico appello alla riscoperta dell’arte di invecchiare. Perché non può essere solo una questione di «piani di assistenza», ma di «progetti di esistenza» per un’età della pienezza e dell’apporto gioioso. Al centro di queste «lezioni» è il rapporto intergenerazionale, una questione di primo piano in quest’epoca segnata dal calo demografico. Gli anziani sono «un vero e proprio nuovo popolo», osserva il Papa, «mai siamo stati così numerosi nella storia umana», eppure «il rischio di essere scartati è ancora più frequente». Ma non ci si può limitare al cambiamento quantitativo, è in gioco «l’unità delle età della vita», ossia «il reale punto di riferimento per la comprensione e l’apprezzamento della vita umana nella sua interezza».