Cartellone / Piccoli ParentiStagione teatro bambini e ragazzi

Turandot. Cuore di ghiaccio

Opera kids – dai 3 ai 6 anni

Archivio / Piccoli ParentiStagione teatro bambini e ragazzi

Turandot. Cuore di ghiaccio

Opera kids – dai 3 ai 6 anni

Alla scoperta dell’opera lirica con un omaggio a Giacomo Puccini e a Turandot, una delle sue opere più iconiche. Uno spettacolo musicale partecipativo in equilibrio fra opera e teatro, in cui l'elemento magico fa meravigliare, interrogare e riflettere i giovani spettatori.

In una scena eterea, illuminata da una luce soffusa e delicata, appare un giardino di peschi spogli. I petali dei fiori ormai caduti a terra, le lanterne ancora appese ai rami. Sembra che l’inverno sia passato o stia per arrivare. Tre personaggi dietro alle loro maschere, come delle ombre, appaiono sulla scena. Essi raccontano un’antica storia, quella della Principessa Turandot, vittima di una maledizione che ha coinvolto tutto il regno. Il suo cuore congelato non può amare, provare emozioni e così anche il suo regno perde vigore, luce e speranza. Solo l’arrivo di qualcuno di grande coraggio potrebbe rompere l’incantesimo che l’ha resa la Principessa di ghiaccio e tutto il regno potrebbe tornare a splendere e ad amare.

NOTE DI REGIA
Turandot è un’opera straordinaria, affrontarla ti pone difronte a una sfida, la stessa che devono superare i suoi pretendenti. È infatti una prova scoprirla e poi raccontarla. Se poi la sfida è quella di raccontarla a un pubblico di sognatori, allora la cosa si complica ancora. Turandot è una fiaba, ma è conosciuta soprattutto per le sue versioni teatrali e pochissimo è stata rappresentata come una fiaba per ragazzi. Per adattarla sono risalito alla sua fonte, andando indietro nel tempo, ricercando la matrice narrativa, le fonti leggendarie, gli antichi racconti da cui essa è scaturita.
Il linguaggio della fiaba è quello popolare, in genere molto semplice e a volte un po’ sgrammaticato, l’elemento magico è fondamentale, crea l’innesco e il lieto fine è spesso collegato al suo svelamento. Ho voluto ricercare questo elemento magico all’interno dell’opera che è caratterizzata da forti contrasti, dall’uso insistito di simboli e dal Mistero. Che è ovunque. Lo si ritrova in mille sfaccettature diverse, e non smette mai di far meravigliare, interrogare e riflettere lo spettatore. Ci sono i misteri palesi, legati agli enigmi di Turandot, e poi all’enigma del nome di Calaf, il principe straniero; ma soprattutto c’è il mistero rappresentato dal personaggio stesso di Turandot, senza dimenticare il grande Mistero dell’Amore, e infine il Mistero dell’Altro.
Ritrovare la matrice fiabesca senza perdere la potenza dell’opera, evidenziandone gli aspetti magici, costruendo una drammaturgia ispirata alle regole della fiaba, al viaggio dell’eroe; lavorare lo spazio con pochi elementi recuperando le immagini del Teatro tradizionale Cinese, le maschere e i caratteri, lasciare che la musica e il libretto diventino un distillato, un potente amplificatore del sogno, del rapporto con il diverso, dello scontro tra il consueto e lo straniero, del valore dell’amore come sentimento creatore, del coraggio dei propri sentimenti.