a cura di Angelo Facchetti e Francesca Franzé
performer Mariasole Dell’Aversana
scenografia realizzata da Giuseppe Luzzi
ambientazioni sonore Alessandro Calabrese
scenotecnica Alessandro Calabrese e Asnesio Bosnic
sarta Laura Montefusco
produzione Teatro Telaio
Miglior progetto EOLO AWARD 2023
Immersi in un contesto simbolico in cui possono riconoscere metafore dentro le quali orientarsi, i giovani spettatori partecipano a un viaggio che li aiuterà a elaborare emozioni ed esperienze di vita, personale o collettiva.
Dopo alcune prime indicazioni e suggestioni, entrano in una stanza, ampia e scura, dove a fare luce è solo un arcipelago, composto da diverse isole: piccole unità sparse sul pavimento/mare, pronte ad accogliere un solo naufrago per volta. Di fronte alle isole, ognuno potrà leggere o ascoltare la domanda o la consegna che vi trova custodita e lì vivere il contatto intimo ed esclusivo con l’installazione per lui pensata.
Alcune installazioni prevedono una manipolazione, un’interazione tattile e multi sensoriale. Altre si limitano alla sola contemplazione, lasciando che la vista e la percezione di un oggetto o di un micromondo siano da stimolo per elaborare una risposta o il fluire delle parole. Terminata l’esperienza su una singola isola, ogni bambino riparte verso una nuova tappa, un’altra isola da esplorare.
Nella parte finale ci sarà un momento collettivo di condivisione e restituzione simbolica di quanto sperimentato.
L’infanzia posta al centro di un percorso artistico originale e condiviso, una vera e propria educazione umana e sentimentale, agita dai bambini stessi. Sono invitati a osservare e a osservarsi, a porre piccole e grandi soluzioni, a scrivere lettere e pensieri, a ricordare momenti belli e brutti, ad ascoltare, a narrare sogni, a scoprire e disegnare nuovi mondi. Le testimonianze scritte e verbali lasciate dai partecipanti formeranno una specie di diario emozionale che sarà poi ogni volta condiviso da tutti.
– Mario Bianchi, Eolo
Lo spettatore sceglie cosa fare o non fare, gestisce il proprio tempo, partecipa, si ritrae, indugia, passa oltre, torna indietro. Ogni volta un nuovo incontro con sé e sempre la possibilità di lasciare che qualcosa accada. È bellissimo giocare con le isole di Arcipelago, ma, se mai le incontrerete – e noi speriamo di sì – provate anche a sostare ai bordi, a osservare dall’esterno: vedrete bambini e adulti nuovamente bambini aggirarsi curiosi e rapiti tra i punti luminosi di una misteriosa costellazione, performer inconsapevoli di atti di poesia.
– Francesca Picci, L’Oca Critica
Arcipelago è un gioco, un insieme di isole, in ogni isola una piccola prova. Un’esplorazione in cui i bambini (soli o accompagnati dai genitori) navigano tra una tenda e l’altra, piccoli coni bianchi illuminati e sparsi su un pavimento-mondo, scoprendo cosa c’è in ogni misterioso teepee ma scoprendo anche qualcosa di sé, e questa è la gemma lucente di Arcipelago.
– Elena Scolari, paneacquaculture