In occasione della presentazione del libro
La donna che fugge (ed. Sellerio),
l’autrice Alicia Giménez-Bartlett dialoga con Alessandro Robecchi
Nei mesi successivi alla pandemia, nella caratteristica plaza del Nord di Barcellona, si svolge la settimana gastronomica alla presenza di numerosi food truck che offrono prelibatezze culinarie provenienti dalle più svariate regioni del mondo.
L’atmosfera festosa viene improvvisamente oscurata da un tragico evento: Christophe Dufour, cuoco francese nemmeno quarantenne – che gestiva con il suo socio spagnolo un camion specializzato in gastronomia francese – è stato assassinato con due pugnalate.
A raggiungere il luogo del delitto è l’ispettrice Petra Delicado che avvia subito le indagini, mentre il suo entusiastico vice Fermín Garzón si abbandona a degustazioni offerte dai potenziali testimoni. Nonostante le limitate informazioni sul passato della vittima, Petra riesce a fiutare una pista. I ragazzi del furgone accanto hanno visto la sera prima una bella donna francese dai capelli neri parlare con Christophe e fare molti acquisti. L’ispettrice si mette a caccia della donna misteriosa e scopre ben presto che la sua identità e quella dello chef sono false, i nomi veri riconducono a una rete di narcotraffico. I due poliziotti si ritrovano così nei paesi della Catalogna a rovistare nel sordido mondo degli stupefacenti, tra bar squallidi, centri sociali loschi e negozi che funzionano da copertura.