In occasione della prima di
L’arte di ascoltare i battiti del cuore di Jan-Philipp Sendker
– in scena al Teatro Elfo Puccini il 29 Giugno –
l’autore dialoga con
Cinzia Mela, drammaturga e autrice del libretto,
Monica Nasti, compositrice,
Fred Santambrogio, regista,
Irina Solinas, violoncellista e responsabile della parte musicale di improvvisazione
Sandeep Das, suonatore di tabla e co-fondatore insieme a Yo-Yo Ma del Silk Road Project
Per il decimo compleanno di Op.64_OperaLab in scena una nuova opera, tratta dal romanzo L’arte di ascoltare i battiti del cuore di Jan-Philipp Sendker.
Una storia che copre cinque decadi e due mondi, Burma e New York. Una storia che parla di un amore più forte del dubbio, della paura, della vita che scorre. Un amore che è vita e pertanto, finché c’è vita, è inalienabile e indistruttibile nonostante le circostanze. Un amore che è sensoriale e mistico. Un amore che è ascolto: ascolto dei battiti di un cuore o delle ali di una farfalla, ascolto del pulsare della vita invisibile agli occhi.
Burma. Mimì è bella, ha una grazia fuori dal comune e una voce melodiosa, ma non può camminare. Tin Win è intelligente e forte, ma non vede. Si incontrano sulle scale di un monastero e lei diventa gli occhi di lui e gli insegna a vedere. Lui le insegna l’arte di ascoltare scorrazzandola sulla schiena su e giù per il loro villaggio. Tutta la bellezza della natura e dell’amore è presente nel loro essere inseparabili. Diventano uno. In un mondo in cui due persone come loro sono considerate prive di qualcosa di essenziale, in un mondo tutto teso a ottenere, raggiungere, prendere — talvolta arraffare — questi due ragazzi non mancano di nulla. E questo sì che li rende diversi.
New York. Una ragazza cerca suo padre, scomparso un giorno come tanti, e ripercorre i suoi ultimi passi. Un percorso che la condurrà in un mondo sconosciuto e apparentemente ostile, che tuttavia con il tempo e attraverso il racconto di una vita, le rivelerà le risposte che cerca.