I giovani, anche se non sempre lo sanno, stanno male. E non per le solite crisi esistenziali che costellano la giovinezza, ma perché un ospite inquietante, il nichilismo – la crisi di ogni valore – si aggira tra loro, penetra nei loro sentimenti, ne intristisce le passioni, confonde i loro pensieri e cancella prospettiva e orizzonti. Le famiglie si allarmano, la scuola non sa più cosa fare. Solo il mercato si interessa a loro per condurli sulle vie del divertimento e del consumo, dove in realtà ciò che si consuma è la loro stessa vita.
Quando il futuro chiude le sue porte o si offre solo come incertezza, precarietà e inquietudine, allora non c’è più uno scopo, le speranze appaiono vuote, l’angoscia cresce e l’energia vitale implode. Poiché questo disagio ha un’origine culturale, per forza appaiono inefficaci i rimedi elaborati dalla nostra cultura. C’è una via d’uscita? Si può mettere alla porta l’ospite inquietante? Si, se sapremo insegnare ai giovani l’”arte del vivere”, come dicevano i Greci, che consiste nel riconoscere le proprie capacità, nel vederle fiorire facendo prova della propria vita.
– Umberto Galimberti