Archivio / Incontri e Libri

Omaggio a Jolanda Insana

A schiere le parole

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Omaggio a Jolanda Insana

A schiere le parole

Grandissima scrittrice e poetessa controcorrente, classicista per formazione e passione, ha amato le parole, le ha travolte e stravolte, composto poesie civili, anticonformiste, aspre. 

Mi arrabbio, dunque sono. Jolanda Insana si è definita pupara, come chi muove i fili delle marionette dell’opera dei pupi, e nelle sue poesie, che sono teatro, anzi teatrino, ha messo in scena l’eterna lotta tra vita e morte e tutti i conflitti di un io (e un mondo) contemporaneo lacerato, in una tensione costante tra una felicità che sfugge e un tragico destino che incombe.

La poetessa si è immersa in questa lotta con tutta sé stessa, rifiutando di adattarsi e criticando il conformismo, per rifuggire il cinismo della società e rivendicare il diritto al piacere e alla resistenza.

Jolanda Insana (1937 – 2016) nasce a Messina dove si laurea in lettera classiche prima di trasferirsi a Roma, nel 1968. Insegna lettere al liceo classico e alla poetessa greca Erinna, amica di Saffo, ha dedicato la sua tesi di laurea. Traduce dal latino e dal greco e la sua ricerca linguistica inizia sui testi antichi, ma si nutre anche del parlato vivo e pulsante del dialetto siciliano. Inizia a pubblicare nel 1977. Giovanni Raboni è colpito dall’incredibile potenza linguistica della poetessa e pubblica la raccolta Sciarra amara. La sua poesia si nutre di espressioni popolari, oralità e dialetto per farsi viva, ribollente, corporea. Nel 2002 vince il “Premio Viareggio” per la poesia con La stortura.