Mani protese mani giallo oro
Incontro con Anna Maria Carpi
Per molti secoli la poesia ha cantato fra le stagioni la primavera e l’estate, stagioni dei fiori e dei frutti in cui la natura è la massimo del suo rigoglio e della sua bellezza. L’autunno appare nella poesia con il romanticismo, ossia quando nella poesia si affaccia l’individuo coi suoi smarrimenti. È il male di vivere dell’uomo moderno che scorge nel declino autunnale una metafora della caducità e della morte e vi profonde rimpianti e malinconie. Ma l’autunno è al tempo stesso accogliente: dà temporaneo sollievo al desiderio di riparo e riposo dalla lotta per la vita.
Anna Maria Carpi, milanese, germanista, ha pubblicato A morte Talleyrand (1993), E tu fra i due chi sei (2007), L’asso nella neve (2011), Quando avrò tempo (2013), L’animato porto (2015), E io che intanto parlo (2016), Né io né tu né voi (2018), Entweder bin ich unsterblich (Hanser, Monaco 2016). In uscita Doroghie drughie (Pietroburgo, 2018).